Home Chi sono Attività Contatti Articoli News Links Privacy


La distinzione tra costi fissi, costi variabili e punto di pareggio applicata all'azienda nel suo complesso

In un altro articolo ho spiegato brevemente la distinzione tra costi fissi e costi variabili ed il calcolo del punto di pareggio, concetto che si applica alle imprese di produzione, le quali devono calcolare attraverso procedimenti piuttosto complessi di contabilità industriale i costi di produzione per determinare le politiche di vendita e le possibilità di rientro economico.

In questo articolo andremo invece ad applicare questo concetto, in modo più semplificato, all'azienda nel suo complesso, o ad una parte di essa, come ad esempio una succursale, un negozio, un punto vendita, una filiale, ma anche uno specifico ramo di attività.

In un certo senso dobbiamo allora pensare alla nostra azienda come ad un vero e proprio prodotto. Anche la nostra azienda presenta infatti dei costi fissi e dei costi variabili, anche la nostra azienda ha un punto di pareggio in termini di ricavi al di sopra del quale è in utile ed al di sotto del quale è in perdita. Naturalmente il concetto di ricavi è sempre relativo, in quanto quello che conta realmente è il margine e non il fatturato. Il maggiore o minore margine complessivo sposterà quindi rispettivamente avanti oppure indietro la soglia del punto di pareggio.

Ma perché applicare un sistema di contabilità industriale a qualsiasi azienda, anche se si tratta di un'impresa commerciale che semplicemente compra e rivende merce?

La risposta è semplice, non ha alcuna importanza l'attività esercitata, perché è fondamentale in tutti i casi che l'imprenditore abbia ben chiaro quali sono i costi fissi e quali i costi variabili. Sia perché alcune spese possono essere a volte impostate verso una scelta tra costi fissi o variabili (dopo affronteremo meglio questo punto), sia perché i costi fissi rappresentano anche un rischio che va conosciuto e calibrato, e comunque occorre sapere come è strutturata la propria gestione, se più rigida o più flessibile, e quale sia il punto di pareggio.

C'è infatti una stretta correlazione tra costi fissi e costi variabili e rigidità o flessibilità dell'impostazione della gestione. Più costi fissi abbiamo, più la gestione è rigida, e quindi risentirà in maniera più marcata delle fluttuazioni del fatturato; più costi variabili abbiamo, più la gestione sarà invece flessibile.

Possiamo paragonare una gestione incentrata sui costi fissi ad un bellissimo vestito fatto su misura, mentre una gestione incentrata sui costi variabili la possiamo paragonare una tuta, comoda, elastica, meno elegante, ma che può adattarsi a mille situazioni.

Sia chiaro, il termine rigidità che ho utilizzato non va visto in maniera negativa. Non è che una gestione rigida sia necessariamente peggiore, ed una gestione flessibile al contrario sia sempre migliore. Il punto è però avere chiari dentro di noi questi concetti.

Costi fissi e costi variabili non sono sempre sostituibili tra loro. Ad esempio ben raramente riusciremo ad affittare i locali per la nostra attività con un contratto a percentuale sul fatturato.

Altre volte invece costi fissi e costi variabili possono essere tra loro, almeno in parte, interscambiabili, ossia si può scegliere come acquistare un determinato servizio. Ad esempio le consegne le possiamo affidare ad un corriere, con un costo relativamente variabile, ossia anche se non proprio esattamente proporzionale rispetto al fatturato, comunque indirettamente correlato alle consegne, oppure possiamo stipulare un contratto con un importo forfetario mensile con un padroncino (costo fisso), o ancora acquistare un automezzo ed assumere un autista (sempre costo fisso, ancora più rigido).

Le condizioni a cui normalmente si possono ottenere le cose ed i servizi di cui abbiamo bisogno cambiano notevolmente a seconda di come decidiamo di acquistarle: ritornando all'esempio del trasporto, presumibilmente il corriere ci costa qualcosa di più rispetto ad un contratto con un padroncino che lavora solo per noi, ed ancora di più rispetto a gestire in proprio le consegne.

Normalmente la rigidità, e quindi i costi fissi, paga in termini di minor costo, se abbiamo un volume di vendite tale da sfruttare pienamente il tutto; la flessibilità, e quindi i costi variabili, paga in termini di potersi adattare alla variabilità del fatturato.

Ritornando all'esempio delle consegne, possiamo ipotizzare, semplificando, che il corriere ci costi 20 Euro a consegna. Un padroncino che lavora solo per noi potrebbe mediamente fare 20 consegne al giorno ad un prezzo di 300 Euro giornalieri. La consegna ci verrebbe quindi a costare 15 Euro, anziché 20. Quindi se il padroncino lavora a pieno regime (ossia se abbiamo vendite costanti in maniera tale da riempire sempre i giri del padroncino, ogni giorno) la soluzione è più conveniente rispetto al corriere. Il pareggio tra le due soluzioni è di 15 consegne al giorno. Da 15 consegne in poi il padroncino è la soluzione più conveniente, sotto le 15 consegne è invece il corriere la soluzione più economica.

Qui entra in gioco il rischio. Ogni soluzione comporta un rischio di impresa diverso. Se oggi abbiamo sempre 18-20 consegne al giorno, non c'è dubbio che la soluzione a costi fissi (padroncino) sia più interessante rispetto a quella a costi variabili (corriere). Ma... C'è un "ma", e questo "ma" è rappresentato dal rischio. Il giorno che per qualsiasi motivo (e la pandemia, solo per fare un esempio, ha portato in primo piano questi aspetti) le nostre vendite dovessero diminuire, se ci troviamo a gestire solo 10-12 consegne al giorno, con la soluzione a costi fissi perdiamo ogni giorno soldi rispetto alla soluzione a costi variabili.

Questo concetto possiamo applicarlo in molti contesti che riguardano la nostra azienda. Possiamo (e dobbiamo) scegliere in maniera consapevole come acquisire ciò di cui abbiamo bisogno.

Aziende con attrezzature e macchinari di proprietà e lavoro prestato direttamente dal proprio personale dipendente hanno una presenza di maggiori costi fissi rispetto ad aziende che hanno impostato la propria gestione vuoi appaltando, vuoi utilizzando servizi di terzi.

Presumibilmente le prime riusciranno ad ottenere livelli qualitativi superiori, a costo però di una certa "vulnerabilità" in base all'andamento del fatturato. Qualora il fatturato dovesse contrarsi, basta infatti poco per andare in perdita, così come al contrario qualora il fatturato dovesse consolidarsi ed aumentare, possono presumibilmente ottenere utili maggiori.

Allo stesso modo, le seconde, ossia le imprese che operano acquistando sul mercato tramite appalti e servizi ciò di cui hanno più bisogno, hanno presumibilmente minore solidità da un punto di vista operativo, e sono più "vulnerabili" nella quotidianità operativa, però riescono ad adattarsi molto meglio ai cambiamenti del fatturato, anche se a prezzo di utili normalmente inferiori quando le cose vanno bene, ma anche con perdite minori quando le cose vanno meno bene.

La soluzione giusta? Non esiste una soluzione ideale o migliore di un'altra. Anche perché in ogni azienda ci sono sempre e comunque sia costi fissi che variabili, anche se in percentuali diverse in base a come viene impostata la gestione.

Idealmente tutti vorrebbero la gestione più flessibile possibile, spuntando al tempo stesso i costi di una gestione a costi fissi, ma chiaramente è un'utopia. Molte volte occorre mediare, capire fino a che punto spingersi. Bilanciare il rischio con le differenze di costo, ed alla fine è l'imprenditore che deve decidere, mettendo insieme tutte queste informazioni.

Quello che è fondamentale è che l'imprenditore abbia chiaro quali sono i costi fissi e quali i costi variabili della propria azienda e che, in base all'impostazione di gestione che ha scelto, abbia altrettanto chiaro dove sia il punto di pareggio.

Questi concetti si applicano naturalmente anche quando si tratta di analizzare nel dettaglio una parte dell'azienda, come potrebbe essere un punto vendita o una filiale, oppure un determinato ramo di attività. Anche in questo caso occorre calcolare i costi fissi ed i costi variabili per capire quale sia il punto di pareggio, ossia la soglia al di sotto della quale la nostra unità locale è in perdita e sopra la quale è invece in utile.

Infine è utile considerare i costi fissi, i costi variabili ed il punto di pareggio anche in sede di elaborazione dei budget e bilanci previsionali.


Inizio pagina



01/08/2022

Se desiderate un approfondimento, una consulenza o un parere potete contattarmi per concordare un meeting o un appuntamento, anche in videoconferenza.



Copyright Studio Cortelli - Tutti i diritti riservati - Il presente articolo rappresenta esclusivamente l'opinione del tutto personale dell'autrice, ed è fornito senza pretesa di esaustività dell'argomento e con espressa esclusione di qualsiasi responsabilità. A causa della complessità della materia e della sua evoluzione nel tempo l'autrice raccomanda sempre un preventivo confronto professionale con il proprio commercialista o con i consulenti di fiducia.


Studio Cortelli - Trento - Partita IVA 04168480376 - Tutti i diritti riservati - Informativa privacy