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Che cos'è la rotazione del magazzino e la sua importanza

Anche se la rotazione del magazzino è un concetto ben chiaro ad ogni imprenditore, ritengo utile qualche piccolo approfondimento.

In un'azienda sia commerciale che industriale o artigianale i prodotti sono in magazzino per essere venduti (o utilizzati nella produzione), si acquista (o si produce) e poi si vende. Quindi i prodotti entrano ed escono in continuazione, ma non tutti "rimangono" fermi in magazzino, in attesa della vendita, per lo stesso tempo. Per questo parliamo di rotazione del magazzino, quando i prodotti rimangono poco tempo in magazzino parliamo di un magazzino che ruota velocemente, quando al contrario abbiamo articoli che rimangono per molto tempo in magazzino parliamo invece di un magazzino che ruota lentamente.

Se vendiamo prodotti alimentari deperibili, la rotazione è e deve essere necessariamente elevata, se vendiamo beni di antiquariato di un certo costo la rotazione sarà molto inferiore.

Perché è importante la rotazione del magazzino? Perché incide direttamente sull'investimento che il magazzino implica.

Dobbiamo infatti pensare al magazzino come ad un capitale, un capitale investito in merci.

Più tempo gli articoli rimangono in magazzino (indice di rotazione basso), più il nostro investimento rimane fermo, meno tempo gli articoli rimangono in magazzino (indice di rotazione alto), più il nostro capitale si muove. Perché? Perché il capitale-magazzino si monetizza solo al momento della vendita.

Se abbiamo un prodotto che rimane mediamente una settimana in magazzino e su cui ricarichiamo mediamente 1 Euro, da questo articolo otteniamo circa 52 Euro annuali. Se lo stesso identico prodotto rimane invece mediamente un mese in magazzino, otteniamo invece solo 12 Euro annuali. Quindi a fronte dello stesso costo del prodotto (il nostro capitale investito in merci) in un caso ci rende 52 Euro, nell'altro 12.

Chiaramente sto semplificando, ma è solo per rendere l'idea.

Poi occorre aggiungere altre due considerazioni. La prima è che il capitale-magazzino rappresenta un investimento e come tale un costo, per il semplice motivo che il capitale costa. Se sono soldi nostri, avremmo potuto investirli in impieghi più redditizi (v. articolo sugli oneri figurativi), se come invece spesso succede i soldi per finanziare l'azienda li dobbiamo chiedere in banca, la banca vuole interessi e commissioni. Quindi più alto è l'investimento per il magazzino, maggiore è il costo anche finanziario. La seconda considerazione è invece il rischio. Il rischio che il bene perda valore, che diventi obsoleto, che possa subire danni o ammanchi non coperti dall'assicurazione, che possa scadere in caso di beni deperibili, e così via. Anche qui parliamo di oneri figurativi, ed anche qui dobbiamo considerare il rischio come un costo. Per spiegarmi, se un'assicurazione dovesse tutelarci da questi rischi (e nessuna compagnia assicura normalmente rischi come l'obsolescenza tecnica o la perdita di valore) dovremmo pagare un premio (e quindi sostenere un costo).

Mettendo insieme tutti questi elementi, minore è la rotazione del nostro capitale-magazzino, maggiori sono gli oneri che dobbiamo considerare, e quindi maggiore dovrebbe essere il ricarico.

Per questo il margine di ricarico deve essere confrontato ed analizzato insieme alla rotazione di magazzino, in quanto si tratta di due parametri sempre strettamente collegati tra loro.

Più un prodotto ruota, minore può essere il ricarico, in pratica è merce che entra ed esce continuamente ed ogni volta che il prodotto esce si monetizza tramite il ricarico. Al contrario, minore è la rotazione di un prodotto, più tempo l'articolo rimane in magazzino, e finché rimane fermo non produce redditività, quindi maggiore dovrebbe essere il ricarico.

In sintesi possiamo scrivere la regola generale secondo la quale gli articoli che ruotano più lentamente dovrebbero avere un margine di ricarico nettamente superiore rispetto ai prodotti con un indice di rotazione alto.

Nell'analisi dei margini è pertanto di fondamentale importanza considerare la rotazione del magazzino, e per questo quando si analizzano ad esempio le categorie merceologiche diventa essenziale avere dei raggruppamenti omogenei per margine di ricarico e rotazione del magazzino.

Succede a volte che, soprattutto in alcuni settori, il margine - pur positivo - sia troppo basso a fronte di articoli che complessivamente girano poco e quindi "costano" all'azienda più del margine stesso.

Come per il margine lo esprimiamo numericamente, in percentuale, anche per la rotazione del magazzino è prevista una rappresentazione numerica. Si chiama indice di rotazione del magazzino ed è il rapporto tra il costo del venduto (esistenze iniziali + acquisti di merci, materie prime, semilavorati e simili - rimanenze finali) diviso il valore delle rimanenze.

Ho anche visto talvolta calcolare questo indice con riferimento al fatturato anziché al costo del venduto, ma lo ritengo personalmente assolutamente errato e fuorviante, in quanto l'obiettivo del calcolo è quello di capire la rotazione del magazzino, che è composta dagli acquisti e dai beni prodotti, e quindi è correlato in primis agli acquisti, ossia al capitale investito in merci.

Poiché il valore dell'indice di rotazione deve essere confrontabile, si esprime normalmente su base annuale. Quindi nel calcolare l'indice di rotazione del magazzino infrannuale occorre rapportare il costo del venduto su 12 mesi. Ad esempio per calcolare l'indice di rotazione del magazzino di un bilancio trimestrale, la formula sarà: (Costo del venduto / 3 * 12) / Valore delle rimanenze. Per calcolare l'indice di rotazione di un bilancio al 30 settembre la formula sarà invece: (Costo del venduto / 9 * 12) / Valore delle rimanenze.

Il valore delle rimanenze, essendo un dato patrimoniale e non reddituale, non deve essere chiaramente rapportato all'anno solare.

Ogni settore merceologico ha dei parametri diversi, anche se non è mai possibile generalizzare. Vedo spesso rigide tabelle per settore di attività che, sinceramente, lasciano il tempo che trovano. Va capita ed analizzata la singola azienda e come opera concretamente. È vero che un'impresa di ingrosso alimentari avrà un indice di rotazione molto alto, mentre una gioielleria al dettaglio avrà una rotazione molto minore. Tuttavia due attività di ingrosso alimentari possono avere dati molto diversi tra loro, un'azienda di distribuzione di un noto marchio che consegna quantità notevoli di merce ha una casistica completamente diversa da un'azienda dello stesso settore che invece fornisce prodotti particolari in piccole quantità alla volta.

Nonostante questo, tuttavia, il confronto di aziende che operano nello stesso ambito può talvolta essere utile. Ad esempio confrontare il proprio indice di rotazione del magazzino con quello delle imprese concorrenti (i bilanci di Srl, SpA e coop sono pubblici) permette (sempre che i dati di bilancio siano veritieri, il che non è purtroppo mai scontato) di capire meglio come è strutturata l'azienda concorrente. Potrebbe farci capire che magari lavora con un magazzino più ridotto a livello di referenze, presumibilmente con gli articoli più richiesti, oppure al contrario trattare un maggior numero di referenze volte a soddisfare le più disparate esigenze dei clienti. Ancora, la presenza di dati anomali potrebbe farci capire che il bilancio non sia forse così veritiero, magari nel tentativo di mascherare una situazione di difficoltà.

Ecco allora che conoscere un po' più da vicino cos'è la rotazione di magazzino e come funziona può essere sempre utile.


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01/08/2022

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